L'età.

Parola chiave che nel mondo moderno significa disposizione ad essere parte del mondo produttivo o improduttivo.
L'età è sino al 18/19° anno di vita il paradigma mediante il quale si calcolano gli insuccessi amorosi e di vita scolastica, poi diventa il parossistico limbo nel quale ti senti dire dagli altri:"sei troppo giovane, devi aspettare e farti le ossa", quando hai raggiunto i 35/40 anni sei oramai considerato vecchio per intraprendere qualsiasi strada...a 50 nessuno più ti considera, a maggior ragione se non hai un conto corrente positivo o affidato, se nel conto corrente non hai la disponibilità di vivere agiatamente...a 60 sei tecnicamente morto...a meno che tu non sia un politico di professione...!

L'ironia che nasce da questa graduatoria, è la costante scoperta (mal celata) di quanto ipocrita e gerontocratico sia il nostro sistema sociale.

La menzogna è la discrimante fondamentale, nel senso che; più in fretta si capisce l'importanza del saper mentire in modo appropriato, più in fretta si riesce a compiere passi che altrimenti ci sarebbe impossibile fare.

L'osservazione continua di individui più o meno rientranti nella sfera personale, mi ha permesso negli anni, di valutare l'importanza della menzogna detta ad arte. Di cosa parlo? Della bugia detta nel momento giusto, valutando la "velocità", "l'intensità", "la qualità", "la mancanza di riscontri rapidi ed oggettivi".

Di questi quattro elementi, parleremo nel prossimo post...e dire che mai avrei pensato di iniziare con questo argomento...ma che purtroppo per alcuni di noi, non abituati a mentire è un vero dolore continuo, ma fonte inesauribile di spunti evocativi caratteriali.

Buona Giornata.

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